Comark ha ricevuto nel mese di aprile il premio Industria Felix. È stata, inoltre, riconosciuta dal CERVED tra le 15 aziende friulane con le migliori performance gestionali e migliore affidabilità finanziaria.

Come si arriva a questo risultato?
Nel 1996, il fondatore Gianni Vincenzi, mio padre, ha costituito una società di consulenza che si occupava di sistemi tecnologici per il traffico. Qualche anno dopo l’ho affiancato anch’io e insieme abbiamo capito che il mercato italiano aveva urgente necessità di un prodotto studiato ad hoc per il traffico. È nata così l’idea di sviluppare sensori per questo settore. Mio padre ha continuato ad occuparsi della parte commerciale, mentre io sviluppavo il software e un nostro parente implementava la parte elettronica e meccanica. La nostra sede di lavoro? Il garage di casa nostra. Da quel momento abbiamo continuato a crescere sia in termini di personale che di fatturato, ci siamo trasferiti in un ufficio vero e proprio e nel 2019 abbiamo acquistato la nostra attuale sede. Direi che il segreto è crederci, lavorare molto, fare crescere l’azienda in modo organico. Oggi possiamo dire con orgoglio che Comark è finanziata con mezzi propri e non abbiamo mai chiesto prestiti.
Ci può spiegare in parole semplici di che cosa si occupa Comark?
In parole molto semplici Comark si occupa di “contare” e “classificare” i veicoli che circolano nelle strade e autostrade sia a fini statistici sia per rendere la vita dei conducenti più sostenibile. Abbiamo diversi sistemi che permettono di prevenire possibili code, piuttosto che evitare che un mezzo pesante collida contro un ponte o un sottopasso o ancora che una macchina entri in contromano in autostrada o superstrada.
Quali sono i prodotti o sistemi più venduti?
I prodotti più venduti sono i sensori di rilevamento del traffico che usano la tecnologia laser scanner che crea un’immagine tridimensionale ad alta definizione dei veicoli (chiamata in gergo tecnico “nuvola di punti”). Il nostro software è in grado di analizzare e di determinare in modo automatico le dimensioni, il tipo di veicolo e la velocità.
Perché scegliere la tecnologia che definite “LIDAR o laser scanner”?
I sensori Lidar – laser scanner sono molto precisi, anche grazie ai nostri software di analisi con intelligenza artificiale. Il sensore distingue facilmente il tipo di veicolo. Differenzia un‘auto da un bus, da un camion semplice o da un camion con rimorchio. I sensori possono essere utilizzati anche nel pedaggio autostradale o per evitare incidenti (ad esempio per rilevare i camion che hanno un’altezza troppo elevata per passare in una galleria o sotto un ponte).
Quale impatto ha avuto il periodo del COVID sulla Comark?
Contrariamente a molte aziende, Comark ha fatto diversi investimenti in quel periodo. Durante il Covid, infatti, è stato realizzato un sistema automatico di contingentamento delle persone che dovevano entrare nei negozi, supermercati, piscine, mense e aziende. Il sistema visualizza, attraverso un monitor, l’ingresso e l’uscita delle persone ed una volta raggiunta la capienza massima invia un segnale al centro di controllo.
Abbiamo anche colto l’occasione per sviluppare ulteriormente il sensore per le piste ciclabili detto anche “contabici” che rileva il passaggio dei ciclisti e li distingue dai pedoni. Altro punto di forza: i ciclisti possono passare anche in gruppi ravvicinati e il sensore è ugualmente in grado di contarli correttamente.
I sensori si utilizzano solo in ambito traffico?
Assolutamente no. Da qualche anno vendiamo i sensori per il rilevamento dei posti auto occupati nei parcheggi esterni per informare gli automobilisti dove possono trovare posto, ma anche per monitorare il tempo di sosta. Sono sensori di nuova generazione che utilizzano una tecnologia di comunicazione IOT (internet of Things) che consente di trasmettere i dati ad una distanza superiore rispetto alle tecnologie tradizionali, consumando meno.
Quali sono le strategie usate dalla vostra azienda?
Abbiamo sempre cercato di sviluppare nuove tecnologie. Cerchiamo di non fermare mai la ricerca e sviluppo. Abbiamo infatti diverse idee e prodotti in work in progress che andranno ad arricchire il nostro portafoglio. Inoltre, collaboriamo da anni con le università, ad esempio con quella di Udine e con il Politecnico di Milano, per portare nuove competenze in azienda come, ad esempio, l’intelligenza artificiale che utilizziamo nei nostri software. Ovviamente ci avvaliamo anche di consulenze tecniche.
Quali sono i vostri mercati?
L’Italia è un mercato molto importante. Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato molto per trovare nuovi sbocchi all’estero. Non è stato facile, soprattutto all’inizio, in quanto avevamo risorse limitate ed il nome COMARK non era conosciuto. Ho dovuto spesso fare trasferte di diverse settimane nelle quali, una volta fatto il viaggio intercontinentale, mi sono spostato anche in 4-5 nazioni. Pian piano siamo riusciti a creare una rete di partner e clienti in Europa, Asia e Sudamerica. Stiamo cominciando ad operare anche in Africa. Nel frattempo, COMARK ha cominciato ad essere conosciuta nel settore ed un aspetto positivo è che si è creato una sorta di circolo virtuoso, più si è presenti all’estero più referenze ci sono da portare nei nuovi paesi che si vogliono raggiungere.
Quali sono i vostri progetti a breve e lungo termine?
Nel breve termine, vogliamo rafforzare la nostra presenza nel mercato del pedaggio “Free flow”. Si tratta di una nuova tecnologia utilizzata per il pedaggio autostradale che consente di applicare la tariffa dovuta senza dover rallentare semplicemente rilevando il tipo di veicolo che transita sotto il portale. In questo modo non servono più le stazioni di pedaggio e si evitano le code.
La maggiore sfida tecnologica consiste nel contare e classificare con altissima precisione, con i veicoli che transitano ad alta velocità, facendolo in modo affidabile in tutte le condizioni di traffico e metereologiche. Altro importante traguardo sarà entrare nel mercato dei sistemi di sicurezza sempre nella mobilità. Stiamo infatti, sviluppando un sensore che aumenterà la sicurezza di pedoni, ciclisti o persone con monopattini che transitano nelle strade o nelle ciclabili. Vorremmo dare il nostro contributo nel limitare il più possibile incidenti dovuti a limitata visibilità di questi soggetti. Nel medio-lungo termine vorremmo sfruttare il nostro know-how dei sensori traffico e trasferirlo anche in altri ambiti.
Qual è il vostro punto di forza maggiore?
Sicuramente il fatto di avere un team giovane, molto preparato, competente e concreto che sta dando un’assistenza e supporto al cliente quasi in tempo reale, aiutandolo nelle varie fasi di progetto. Ad esempio, inizialmente forniamo prodotti, poi consolidando i rapporti ed acquisendo la fiducia del cliente forniamo sistemi fino a commissionare soluzioni da sviluppare in collaborazione con i nostri principali clienti. Per noi è importantissimo fornire un buon servizio ai clienti sia in fase di primo contatto che in fase di installazione e post fornitura. Questa caratteristica ci viene spesso riconosciuta dai grossi clienti/system integrators che ci premiano per la tempestività e qualità del servizio.
La ringraziamo per il suo tempo.